domenica 5 luglio 2009

WRISTCUTTERS: UNA STORIA D'AMORE (WRISTCUTTERS: A LOVE STORY) DI GORAN DUKIC - 2006

A quasi tre anni dalla presentazione al Sundance Festival (dove faceva compagnia all'ottimo "Una Guida Per Riconoscere i Tuoi Santi" di Dito Montiel) è finalmente stato distribuito in Italia il film del croato Goran Dukic. Una storia semplice, con un inizio e una fine che chiudono il cerchio geometricamente, ma nel mezzo una scrittura grottesca e solida che parla di mondi paralleli abitati solamente da gente morta suicida (wristcutters significa "tagliatori di polsi"), come fosse un racconto con la cornice di Maupassant e la polpa scritta da Bulgakov (in realtà la sceneggiatura è ispirata ad una novella di Etgar Keret, 'Pizzeria Kamikaze'). Dopo il suicidio, in un mondo post mortem, il pizzaiolo Zia (Patrick Fugit) parte alla ricerca della sua ex-findanzata, anch'essa morta suicida, accompagnato dal cantante Eugene (Shea Whigham) e l’autostoppista Mikal (l'incantevole Shannyn Sossamon). Dukic ha un tocco leggero e surreale, inscena un road movie pieno di grazia e ironia nonostante l'argomento trattato, e tutto lo straniante ornamento di metafore non è mai superfluo. Nel mezzo del cammin appare un grande Tom Waits, tutto vestito di bianco, che stupisce a dispensare nuova vita, nel rincorrere cagnolini traditori e a dirci sui miracoli: " Sai come funziona?? Se lo desideri con tutto te stesso, non succede...Se te ne freghi, succede...quindi fregatene". Waits contribuisce, insieme ai Gogol Bordello, anche alla bellissima cernita musicale che in un film come questo ha un incarico essenziale: conferire una scelta di genere, dare alla strada il giusto corteggio. Per chi dopo il suicidio volesse ordinare una pizza da asporto prenda nota della "Pizzeria Kamikaze".

Voto: 7
Luca Tanchis

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