Bel film la seconda regia di Ed Harris. Un western classico, asciutto e figlio dichiarato della tradizione di Ford e Hawks. Non dispiace per niente questo anacronistico e rischioso recupero del genere. Dal meraviglioso "Gli Spietati" di Clint Eastwood ci sono state leggere variazioni sul tema: l'ottimo "Terra Di Confine" di Kevin Costner (dal quale Appaloosa sembra aver mutuato il virile rapporto tra maschi) e lo splendido "L'Assassinio Di Jasse James Per Mano Del Codardo Robert Ford" che girando a 360 gradi sul genere ci regalava un "iper-western" modernissimo e astratto. La trama del film di Harris girato completamente in New Mexico è uno standard: ad Appaloosa, una cittadina di cercatori d'oro del diciannovesimo secolo, lo sceriffo Virgil Cole (Ed Harris) è chiamato a far rispettare la legge, con l'aiuto del suo vice ed amico Everett Hitch (Viggo Mortensen) dovrà difendere la cittadina dagli abusi del rancher omicida Randall Bragg (Jeremy Irons). La loro solida amicizia verrà messa a dura prova dall'arrivo in città della bella e volubile Allie French (Renée Zellweger).
Eppure "Appaloosa", pur mantenendo una perfetta aderenza con il dejà vu di cavalcate, duelli e locomotive a vapore, ci regala il superbo distacco umoristico di due provetti pistoleri, Virgil e l'Everett del superlativo Viggo Mortensen, che ricercano parole sofisticate e letterarie mentre difendono la legge a pistolettate, e l'ammiccare moderno della campionessa di sorrisini e faccettine Renée Zellweger.
Il regista Ed Harris convince appieno quanto l'attore, con inquadrature che indagano nel silenzio, con l'assenza di musica piaciona e con la cura maniacale di costumi e scenografia che delineano un intenso omaggio al western e ai suoi valori.
Eppure "Appaloosa", pur mantenendo una perfetta aderenza con il dejà vu di cavalcate, duelli e locomotive a vapore, ci regala il superbo distacco umoristico di due provetti pistoleri, Virgil e l'Everett del superlativo Viggo Mortensen, che ricercano parole sofisticate e letterarie mentre difendono la legge a pistolettate, e l'ammiccare moderno della campionessa di sorrisini e faccettine Renée Zellweger.
Il regista Ed Harris convince appieno quanto l'attore, con inquadrature che indagano nel silenzio, con l'assenza di musica piaciona e con la cura maniacale di costumi e scenografia che delineano un intenso omaggio al western e ai suoi valori.
Voto: 7
Luca Tanchis