venerdì 19 aprile 2013

Juan José Saer, Cicatrici




Ora che ha buttato il sigaro non fa più niente. Se ne sta fermo lì, immobile, con la stecca in mano. Mi guarda mentre faccio scorrere la stecca avanti e indietro, lentamente, prendendo la mira. Sembra che non veda. Starà pensando ad altro, sicuro. Chissà a cosa sta pensando. La cosa più probabile è che stia pensando a un paio di tette, perché è uno di quei tizi che tutto quello che hanno nel cervello ce l’hanno in fondo, schiacciato contro la nuca da un gran paio di tette che occupano l’ottanta percento o più del volume della scatola cranica. Alcuni anzi hanno solo il paio di tette, in testa. Il paio di tette e poi più niente. Ci sono tizi a cui spunta persino la punta dei capezzoli dagli occhi. Sono quelli che hanno le pupille viola. Si capisce subito vedendo il colore delle pupille: sono viola. Magari invece non pensa a quello: magari pensa che una sera della prossima settimana si siederà alla luce della lampada e di getto scriverà qualcosa che cambierà il mondo. 
È pieno di questi tipi che non fanno che pensare che da una settimana all'altra, zac, rivolteranno il mondo come un guanto. Non devono fare altro che alzare un dito, secondo loro, degnarsi di alzare un dito, ed ecco che hanno fatto fare un balzo in avanti all'umanità.

(Cicatrici, di Juan José Saer - Ed. La Nuova Frontiera 2012)
     

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