Stella corre via felice per le banlieue parigine dopo aver acquistato il suo primo libro. E' un meraviglioso piano sequenza sulla fuga dal vuoto, sul cambiamento di una bambina nata e cresciuta nella solitudine dei sobborghi poveri e guasti, nel disinteresse dei genitori. "Lì ci sono giochi se vuoi puoi giocare, il padre è solo un uomo e gli uomini son tanti, scegli il migliore seguilo e impara" ( Francesco Tricarico). Stella per invertire la rotta, risalire dal pozzo di una vita priva di buoni auspici, sceglie come genitore i libri, un'amica dolce e curiosa, una professoressa affascinante. Sylvie Verheyde ci mostra una Parigi intima ( quasi sempre da dietro finestre fatiscenti) e testimonia con morbidezza e scrupolo questo passaggio autobiografico. La piccola, grande, attrice Léora Barbara aggiunge, dal suo sguardo sperduto, una splendida luce che non giudica e non condanna. Mi chiedo se oggi, in futuro, ci siano e ci saranno tanti piccoli sostegni per i figli dell'assenza, anche per quelli che non hanno gli occhi di Stella.
Luca Tanchis
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