Da un'idea di Nelly Simone e la manovalanza di Luca Tanchis: Compilations as neorealism.
Una monoalternanza intorno a un artista che resiste e poi non resiste alle interferenze dei satelliti. E, sorpresa, a volte succedono rivoluzioni compatibili.A corredo, i libri che, in tutta questa cosmofonia, si nascondono ma, come "radiazioni fossili", suggeriscono le scelte musicali.
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List of songs selected and compiled by Nelly Simone (www.instagram.com/theholdengirl/)
mixed, edited and sound effects by Luca Tanchis (www.mixcloud.com/LucaMrT )Cover by Weisstub (www.instagram.com/weisstub/)
1 Magnolia - Playboi Carti
2 Baby You're Out - Mac DeMarco
3 blkswn - Smino
4 Salad Days - Mac DeMarco
5 All I Need - Noname feat. Xavier Omär
6 Moonlight On The River - Mac DeMarco
7 This Girl I Know - Oddisee
8 Another One - Mac Demarco
9 That's Just Me - Blackwave.
10 Chamber Of Reflection - Mac DeMarco
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Associated Press (Nelly's choice):
Non si tocca mai il fondo e io non sono l'eccezione.
L'intervento della polizia era stato un colpo duro; anche se eravamo riusciti a fuggire, psicologicamente si trasformò in qualcosa di reale, il pericolo in agguato, che non era ancora stato capace di trovarci ma che era stato sul punto di farcela e che avrebbe continuato a provarci. La paura divenne tangibile, ero solo, avevo gli sbirri alle calcagna, mi consideravo innocente (non avevo fatto fuori nessuno, il resto era un gioco), dovevo cominciare a stare attento.
Se quella figlia di puttana di Ana non spuntava non era colpa mia, non era neppure perché avesse dimenticato l'indirizzo o perché credesse che lo studio fosse controllato. Semplicemente mi lasciava solo e se ne stava alla larga. Cominciai dalle solite cose: riordinai lo studio, spazzai, fregai, lavai e poi scesi e portai la roba sporca in lavanderia. Mi tirò su il morale. Mentre lavavano la roba comprai da mangiare e libri in un supermercato. Poi comprai un mangianastri e cassette dei Doors.
Rincasai carico e soddisfatto, mi preparai una cena abbastanza accettabile e per dessert me ne andai all'Arenas a vedere un paio di riproposte proprio accanto al commissariato di polizia. Mi addormentai ascoltando Plastic People, Camarillo Brillo, Hungry Freaks, The End, Twentieth Century Fox, Horse Latitudes.
Sognai che ero seduto su una sedia, senza fare niente, con le mani luccicanti. Poi mi rendevo conto di essere in un teatro e che vedevo Jim Morrison sulla scena. Sta per scoparsi il microfono!, pensavo. Sta per masturbarsi sulle nostre teste! Ma non faceva niente di tutto questo. Girava sul palco, evitava di guardare la platea, sembrava preoccupato. E non si sentiva nessun suono. Pensai allora che dal momento che Jim era morto doveva trattarsi di un film.
Il mattino dopo la prima cosa che feci fu ricordare il sogno. Mi sembrò triste. Poi pensai a quel "colpo al cuore" del 1971 in un albergo di Parigi. Era quella la cultura della nostra epoca: Morrison e gli altri cardiopatici. E Joyce. Era difficile pensare a due storie più opposte. La merda e la fantascienza. Vanno sempre insieme.
Ah, ero un sentimentale, non c'era niente da fare. Non avrei mai dovuto amare, nessuna statua, nessun mito. A che cazzo servivano?, mi domandai mentre davo un morso al mio toast; per esempio, adesso: avevo un mucchio di problemi e non me ne avrebbero risolto nessuno. Insomma, non dovevo neppure prenderla così, la realtà era in loro funzione.
Non mi piaceva leggere o ascoltare musica? La faccenda doveva finire lì. Il brutto era che lì non finiva.
L'intervento della polizia era stato un colpo duro; anche se eravamo riusciti a fuggire, psicologicamente si trasformò in qualcosa di reale, il pericolo in agguato, che non era ancora stato capace di trovarci ma che era stato sul punto di farcela e che avrebbe continuato a provarci. La paura divenne tangibile, ero solo, avevo gli sbirri alle calcagna, mi consideravo innocente (non avevo fatto fuori nessuno, il resto era un gioco), dovevo cominciare a stare attento.
Se quella figlia di puttana di Ana non spuntava non era colpa mia, non era neppure perché avesse dimenticato l'indirizzo o perché credesse che lo studio fosse controllato. Semplicemente mi lasciava solo e se ne stava alla larga. Cominciai dalle solite cose: riordinai lo studio, spazzai, fregai, lavai e poi scesi e portai la roba sporca in lavanderia. Mi tirò su il morale. Mentre lavavano la roba comprai da mangiare e libri in un supermercato. Poi comprai un mangianastri e cassette dei Doors.
Rincasai carico e soddisfatto, mi preparai una cena abbastanza accettabile e per dessert me ne andai all'Arenas a vedere un paio di riproposte proprio accanto al commissariato di polizia. Mi addormentai ascoltando Plastic People, Camarillo Brillo, Hungry Freaks, The End, Twentieth Century Fox, Horse Latitudes.
Sognai che ero seduto su una sedia, senza fare niente, con le mani luccicanti. Poi mi rendevo conto di essere in un teatro e che vedevo Jim Morrison sulla scena. Sta per scoparsi il microfono!, pensavo. Sta per masturbarsi sulle nostre teste! Ma non faceva niente di tutto questo. Girava sul palco, evitava di guardare la platea, sembrava preoccupato. E non si sentiva nessun suono. Pensai allora che dal momento che Jim era morto doveva trattarsi di un film.
Il mattino dopo la prima cosa che feci fu ricordare il sogno. Mi sembrò triste. Poi pensai a quel "colpo al cuore" del 1971 in un albergo di Parigi. Era quella la cultura della nostra epoca: Morrison e gli altri cardiopatici. E Joyce. Era difficile pensare a due storie più opposte. La merda e la fantascienza. Vanno sempre insieme.
Ah, ero un sentimentale, non c'era niente da fare. Non avrei mai dovuto amare, nessuna statua, nessun mito. A che cazzo servivano?, mi domandai mentre davo un morso al mio toast; per esempio, adesso: avevo un mucchio di problemi e non me ne avrebbero risolto nessuno. Insomma, non dovevo neppure prenderla così, la realtà era in loro funzione.
Non mi piaceva leggere o ascoltare musica? La faccenda doveva finire lì. Il brutto era che lì non finiva.
(Consigli di un discepolo di Jim Morrison a un fanatico di Joyce, di A. G. Porta e Roberto Bolaño - Sellerio, 2007)