'The Pacific' e 'Generation Kill', due serie televisive come uno studio bellico sulla volontà di onnipotenza espansionistica a stelle e strisce, ma anche due stili di narrazione nettamente differenti, metafora di una partenza ruggente e giustificabile a prima vista, e di un approdo svuotato da qualsivoglia urgenza democratica e morale.
The Pacific è una serie ambientata nel '42 che racconta la presa del Pacifico, dallo sbarco di Guadacanal (come 'The thin red line' di Malick) fino a Iwo Jima (teatro delle bandiere e delle lettere di Eastwood). Prodotta da Steven Spielberg e Tom Hanks, insieme al network HBO, non nasconde nulla della poetica spielberghiana, il mostruoso dispiegamento tecnico, l'esposizione spudorata dell'invincibilità americana con nemici schiacciati e uccisi come formiche (solo al nono episodio si intravede una rapida parvenza di umanizzazione dei giapponesi con una esplicita citazione di 'Full Metal Jacket'), la sacra famiglia statunitense che a casa aspetta e produce, come anello mitologico che tutto tiene.
Anche il commento sonoro di Hans Zimmer è senza freni, un miele epico che cola quasi ininterrottamente per tutti i dieci episodi. Non è tanto il messaggio (che potrebbe anche interessare relativamente), ma è il linguaggio visivo senza ambiguità, tecnicamente irresistibile nel disseminare esaltazione verso simboli che sembrano sposare e giustificare politiche imperialiste piuttosto 'invasive'.
Un prodotto commerciale perfetto, si dirà, ma considerando Spielberg uno dei grandi del nostro tempo, viene da chiedersi quando mai si abbandonerà a un fare più libero, più vicino a A.I. - Intelligenza artificiale o L'impero del sole che a opere venate di committenze patriottiche o genetiche.
Anche il commento sonoro di Hans Zimmer è senza freni, un miele epico che cola quasi ininterrottamente per tutti i dieci episodi. Non è tanto il messaggio (che potrebbe anche interessare relativamente), ma è il linguaggio visivo senza ambiguità, tecnicamente irresistibile nel disseminare esaltazione verso simboli che sembrano sposare e giustificare politiche imperialiste piuttosto 'invasive'.
Un prodotto commerciale perfetto, si dirà, ma considerando Spielberg uno dei grandi del nostro tempo, viene da chiedersi quando mai si abbandonerà a un fare più libero, più vicino a A.I. - Intelligenza artificiale o L'impero del sole che a opere venate di committenze patriottiche o genetiche.
Luca Tanchis
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