Gran bel disco quello dei Seggio Komunale, la band capitanata da Iuri Melis (voce e chitarra) e formata da Massimo Mancini (basso), Maurizio Vizilio (batteria) e Daniele Cau (Piano e tastiere).
"All'Apice dell'Istrice" è un lavoro compatto, denso, suonato bruscamente alla grande e mixato lo-fi altrettanto bene (Davide Dessi ai cursori negli studi di Andrea Cutri). Dopo anni d'imprese soniche picaresche, il cerchio si chiude: tutte le influenze (Pulp, Billy Bragg, Oasis, Manic Street Preachers, Stone Roses) depositate in queste scorribande si amalgamano in una fortissima autonomia chiamata Seggio Komunal3. Il marchio di fabbrica è il continuo cambio di scena musicale (alla XTC per intenderci) all'interno dello stesso brano, la melodia si spezza e si ribalta per poi ripartire verso casa con il cuore contento e ossigenato. I testi ispiratissimi di Iuri sono i frammenti di un suo discorso amoroso che con sarcasmo, ma anche con liquida dolcezza, non fanno prigionieri e spazzano via la nostalgia-melassa da baraccone italpop. Due brani in particolare colpiscono per profondità e maturità: lo ska di "Folk-Punk" e la ballata rock "Plasticargentata" che ricorda meravigliosamente un disco affine a questo dei Seggio, "Venuti dalle Madonie a cercar Carbone" dei sottovalutatissimi Denovo. Insomma gran disco a volerlo guardare da "su giù destr sinistr".
"All'Apice dell'Istrice" è un lavoro compatto, denso, suonato bruscamente alla grande e mixato lo-fi altrettanto bene (Davide Dessi ai cursori negli studi di Andrea Cutri). Dopo anni d'imprese soniche picaresche, il cerchio si chiude: tutte le influenze (Pulp, Billy Bragg, Oasis, Manic Street Preachers, Stone Roses) depositate in queste scorribande si amalgamano in una fortissima autonomia chiamata Seggio Komunal3. Il marchio di fabbrica è il continuo cambio di scena musicale (alla XTC per intenderci) all'interno dello stesso brano, la melodia si spezza e si ribalta per poi ripartire verso casa con il cuore contento e ossigenato. I testi ispiratissimi di Iuri sono i frammenti di un suo discorso amoroso che con sarcasmo, ma anche con liquida dolcezza, non fanno prigionieri e spazzano via la nostalgia-melassa da baraccone italpop. Due brani in particolare colpiscono per profondità e maturità: lo ska di "Folk-Punk" e la ballata rock "Plasticargentata" che ricorda meravigliosamente un disco affine a questo dei Seggio, "Venuti dalle Madonie a cercar Carbone" dei sottovalutatissimi Denovo. Insomma gran disco a volerlo guardare da "su giù destr sinistr".
Voto: 7
Luca Tanchis
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