Una decina di album provenienti dal Brasile sono previsti in uscita quest’autunno sul mercato europeo, segno di una forte ripresa di interesse del vecchio continente per un paese che non ha mai smesso di rappresentarsi in musica. Sulla scia di un movimento nato all’incirca una decina di anni fa nel quale la tradizione (samba, bossa nova, musica nordestinha..) subiva un forte shock elettronico senza mai perdere le sue strutture portanti, specialmente grazie a Lenine, una nuova tendenza riporta la MPB (Musica Popular Brasileira) all’ attenzione del mondo intero.
Arnaldo Antunes e Edgard Scandura (ex leader del gruppo rock Skank e fan assoluto di Serge Gainsbourg) pubblicano A curva da Cintura col talentuoso suonatore di kora del Mali, Toumani Diabaté. Si sono incontrati musicalmente durante il festival Black2Black che si è spostato da Rio de Janeiro a Londra nel Luglio 2012, poco prima del debutto delle Olmpiadi. A curva da Cintura è prodotto da Mais Um Discos, etichetta londinese che si auto-definisce: “l’etichetta che privilegia gli artisti brasiliani che mescolano gli stili, disdegnano i generi e irritano i puristi”. Nella loro scuderia figura anche un certo Lucas Santtana, nato a Salvador de Bahìa nel 1970.
Alla fine degli anni ’50 la Bossa Nova era servita da colonna sonora all'ingresso della modernità in Brasile, mentre si pianificava la costruzione della futuristica Brasilia. Un decennio più tardi, in piena dittatura militare, i Tropicalistas di Bahìa seminavano disordine rock e verbo sociale sulle orme dolci ed armoniche dei loro fratelli maggiori (Joao Gilberto, Tom Jobìm, Vinicius de Moraes), circondati dal rock adolescenziale in stile yé-yé della Jovem Guarda e guidati dal guru della discografia Roberto Carlos.
Rispetto a loro, gli avanguardisti degli anni 2010 hanno un'aria più matura. Guasconi di buona famiglia, figli degli anni della prosperità e spesso appartenenti alla borghesia, sono lontani dalla radicale messa in discussione della società e della musica brasiliana messa in atto dai Tropicalistas nel cuore di una dittatura che, nel 1968, proibiva ogni forma di libertà culturale mentre appariva Tropicalia ou Panis e Circensis, album-manifesto del movimento di contestazione, nel quale troviamo Gilberto Gìl, Caetano Veloso, Os Mutantes e gli arrangiamenti di Rogerio Duprat.
Gli attuali Lucas Santtana, Bruno Morais (autore di A Vontade Superstar, prodotto anche lui in UK dall’etichetta londinese Black, Brown & White) o ancora Criolo (il suo No Na Orelha è distribuito in Europa dalla tedesca Sterns) accompagnano con la loro musica l’ascesa di un Brasile in espansione, fortemente intenzionato ad imporsi sulla scena politica mondiale.
Così Bruno Morais produce, secondo la critica brasiliana, un “suono globalizzato” che pesca in tutte le correnti mondiali. Nato nel 1979 a Londrina (Paranà), fonda un gruppo jazz-funk Madame Brechot, prima di entrare a far parte della Red Bull Music Academy, molto attiva in quel di São Paulo. Nel 2005 la scuola di musica della bevanda energizzante lo invia a Seattle dove incontra produttori del calibro di Leon Ware (Marvin Gaye, Ike & Tina Turner), Vitamin D (De La Soul) e XXX Change (Spank Rock).
Comparso nel 2009 in patria e infine disponibile anche in Europa, A Vontade Superstar, si compone delle differenti influenze di Morais , Dub, Samba, Elettronica, con un ottimo utilizzo di ottoni ben orchestrati, autentico marchio di fabbrica di questa nuova generazione di musicisti verdeoro. La stessa Marisa Monte, senz’ombra di dubbio la più grande voce del Brasile contemporaneo, non ha esitato, nella sua ultima opera O Que Vôce Quer Saber de Verdade, a farne un abbondante uso, in una chiave un po’ inglese, in una sorta di Foxtrot da camera, perlato da accenti di musica semi-erudita, genere tipicamente brasiliano che già vide Heitor Villa Lobos “flirtare” con il Choro Popular.
Complice nel 2003 di Carlinhos Brown e Arnaldo Antunes durante l’esperienza Tribalistas (un successo planetario per ogni singolo), Marisa Monte, 45 anni, è crocevia di numerose ramificazioni innovatrici, simbolo medesimo dei legami familiari, naturali o composti e ricomposti, che strutturano la MPB.
Legami familiari dunque e conoscenze, vite artistiche che si incrociano, mescolano, contaminano. Roberto Santtana, padre di Lucas, fu produttore di Gilberto Gìl e Caetano Veloso e, essendo nato a Iarà (Bahìa) così come suo cugino Tom Zé, accompagnò la nouvelle vague Tropicalista. Suo figlio Lucas, diventato musicista, suona prima con Gilberto Gìl, poi con il suo amico d’infanzia Moreno Veloso (figlio di Caetano). Già compositore, alcuni suoi pezzi furono cantati da Arto Lindsay, magnifico arrangiatore, che mutò la direzione della carriera artistica di Caetano Veloso con l’album Estrangeiro, nonchè artefice del destino di Marisa Monte, avendo prodotto il suo Verde, anil, amarelo, cor de rosa carvão nel 1994.
Nel 2000 Lucas Santtana pubblica Eletro Ben Dodô: un successo. Il sociologo e critico Hermano Vianna scriverà che “questo disco permette di riposizionare la musica pop di Salvador nel girotondo oceanico dell’Atlantico Nero, al quale tutti i nuovi ritmi digitali sono connessi”. Ma Santtana riesce a mantenere un profilo da artigiano della musica, lontano dai successi di massa dei sambisti moderni, cantanti funk come Tim Maia o samba-rap come Marcelo D2, più di recente.
Dodici anni dopo, O Deus que devasta mas tambén cura, soddisfa il gusto di questa riva dell’Atlantico, passeggiando tra orchestrina da frevo (danza nordestinha), Dub, Samba e vasta campionatura di ritmi di Bahìa. Passaggi di notevole bellezza ma anche un certo stile “acqua tiepida”, conforme alla cleanless minimalista londinese in materia di musica brasiliana. Disco nell'insieme molto referenziato, vi troviamo ad esempio un’interpretazione di Musico, composta da Tom Zé & Os Paralamas Do Sucesso, gruppo rock che spopolò in testa alle classifiche negli ani ’80 con Titàs, Barao Vermelho e Legião Urbana.
Tentare di disegnare nuovi schemi per la MPB non significa obbligatoriamente rinunciare ai vecchi. Due esempi provano il contrario: il 14 Novembre a Las Vegas i Latin Grammy Awards renderanno omaggio a Caetano Veloso, incoronato “Man of the year”, in occasione dei suoi quarantacinque anni di carriera. A 70 anni compiuti, questo playboy intellettuale ha appena concluso una tournée con Maria Gadu, giovane talento di 26 anni, di ispirazione Bossa Classica. Per festeggiare il poeta e musicista, un Tribute to Caetano Veloso riunisce gli americani Beck e Devendra Banhart, lo spagnolo Miguel Poveda e i brasiliani Os Mutantes, Marcelo Camelo, Tulipa Ruiz, Seu Jorge nonchè Chrissie Hynde, la cantante dei Pretenders.
Chico Buarque, 68 anni, autentica icona nazionale, ha pubblicato nel 2011 un magnifico Chico che, pur non essendo forse il suo miglior album, è senza dubbio scritto, arrangiato e cantato in maniera impeccabile, prodotto da Biscoito Fino, etichetta indipendente dal gusto artistico ben definito che ha avuto la fortuna e l’onore di recuperare dei mostri sacri della musica brasiliana che il sistema delle multinazionali della musica non soddisfaceva più (Gilberto Gìl, Simone, Maria Bethânia).
Nella versione scenica appena comparsa (Na Carreira), figura il Rap de Càlice, omaggio portato da Buarque al giovane artista Criolo, rapper che della canzone Càlice (composta nel ’73 da Gilberto Gìl e Chico Buarque stesso, pezzo esemplare di doppio senso, unica arma rispetto alla censura dell’epoca, che trasforma “Càlice” in “Cale-se”, “state zitti”, cantato con rabbia dalle coriste) ne ha effettuato una rivisitazione.
Criolo, al secolo Kleber Gomes, 36 anni, è senza dubbio tra le figure più interessanti e meno asettiche di questo nuovo panorama brasiliano. Figlio di Nordestinhos del Cearà emigrati per lavoro nella metropoli del Sud, Criolo è cresciuto nel quartiere popolare di Grajaù a São Paolo.
Insegnante, ha prodotto e cantato Rap per vent’anni col nome di Criolo Doido (il creolo pazzo). Successivamente passa, con voce forse troppo stentorea ma con un evidente talento scenico, alla canzone più melodica, diffondendo su internet un divertente melange di Bossa, Samba, Funk e Afro Beat, molto eclettico, lievemente poggiato su testi sia disinvolti che impegnati. Spinto dal successo popolare dei suoi video carichi di inventiva, è invitato a cantare, durante gli MTV Brazilian Music Awards, proprio con Caetano Veloso: la sua consacrazione definitiva.
Traduzione: Carlo Ligas
Bel pezzo.la musica brasiliana aiuta a vivere meglio,speriamo ne arrivi tanta.
RispondiEliminaGrazie Laura!
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