lunedì 18 novembre 2024

Il Bambino murato vivo, di Emmanuel Carrère

 


Era del tutto prevedibile, ma non ero ancora capace di fare previsioni del
genere, che alla sovraeccitazione maniacale seguisse il crollo depressivo. Un
periodo atroce. Nella fase precedente mi ero esaltato alla prospettiva di un
nuovo libro e di una nuova vita piena di promesse e di conquiste. Avevo
subaffittato il grazioso appartamento in rue du Faubourg-Poissonnière. Avevo
comprato una cassa bluetooth e sottoscritto un abbonamento a Deezer, due
cose che consideravo, stranamente, come le prerogative della mia nuova vita:
prerogative modeste, ne converrete, ben lontane dall’acquisto compulsivo di tre
Ferrari. E ora eccomi solo come un cane, senza una donna o impotente quando
per caso ne rimorchio una, con il colletto coperto di forfora, l’uccello squamato
dall’herpes, incapace di scrivere, senza più un briciolo di fiducia nel progetto di
libro che fino a qualche settimana fa mi sembrava così giusto, così necessario,
così fattibile: bastava, per cominciare, raccontare quello che mi stava
succedendo. Il problema è che non so cosa mi stia succedendo e non sono più in
grado di raccontare né di raccontarmi niente. Per vivere c’è bisogno di una
storia, io non ne ho più. La mia vita si è ridotta a un continuo andirivieni tra il
letto, dove macero in un sudore malsano, e il Rallye, dove passo ore a fumare
una sigaretta dopo l’altra, inebetito, sotto lo sguardo preoccupato della gentile
cameriera cinese, quella che per farmi piacere mi aveva detto che Yoga per
bipolari era un buon titolo. Ancora oggi non posso passare lì davanti senza un
fremito di paura. Per quasi due mesi mi sono a stento lavato e cambiato. Lo
scarico della vasca da bagno si è otturato e io non ho fatto niente per porvi
rimedio, a stento mi sono levato di dosso, per dormire, la mia divisa da
depresso: un informe pantalone di velluto a coste, un vecchio pullover pieno di
buchi e un paio di scarpe da ginnastica a cui ho tolto i lacci come se mettessi
già in atto le precauzioni che presto mi avrebbero imposto all’ospedale
psichiatrico. Non smetto di tremare, gli oggetti mi cadono di mano. Se metto a
posto i vasetti di yogurt nel frigorifero, mi sfuggono frantumandosi sul
pavimento della cucina. Finché si tratta dei vasetti di yogurt, pazienza, ma un
giorno ho provato a spostare di qualche centimetro la statuina dei gemelli che
avevo sistemato su una mensola come su un altare e ho fatto cadere anche
quella. Si è rotta. Sono rimasto per un’ora fermo a guardare sul parquet, tra i
miei piedi, quei due pezzi di terracotta che erano stati il simbolo segreto del
mio amore, e ho pensato che non c’era modo più eloquente per dirlo: stava
andando tutto in frantumi, niente si sarebbe mai aggiustato, era tutto finito.

L’articolo di Wyatt Mason

In quel periodo un giornalista e scrittore americano di nome Wyatt Mason è
venuto a trovarmi per scrivere un lungo articolo su di me per il «New York
Times Magazine». In un altro momento quella visita e l’interesse del «New York
Times Magazine» mi avrebbero fatto molto piacere perché da tempo aspiro a un
maggiore riconoscimento da parte del mondo letterario anglosassone. Ma in
quel momento non me ne importava niente del riconoscimento da parte del
mondo letterario anglosassone, ero messo troppo male per potermi rallegrare di
qualcosa. [...]
Il libro "Vite che non sono la mia", metteva in piazza l’intimità di parecchie persone,
ma prima di pubblicarlo ho fatto leggere il manoscritto a tutti gli interessati, i quali
hanno dato il loro assenso, cosicché il libro, che parla di avvenimenti tristi e anche
terribili, è stato scritto con serenità e rimane di gran lunga il mio preferito
perché mi ha dato l’illusione, condivisa da molti lettori, di essere un uomo
buono. Ma è un’illusione, dico ancora a Wyatt Mason. Non sono un uomo buono.
Mi piacerebbe esserlo, darei la vita e l’anima per esserlo perché ho un elevato
senso etico che mi porta a distinguere con chiarezza il bene dal male e non
colloco niente al di sopra della bontà, e invece no, ahimè, non sono buono e cito
a Wyatt Mason, quante volte l’ho citata, quante volte me la sono ripetuta, la
frase di san Paolo che chiede a Dio, probabilmente il solo a cui si possa fare
questa domanda: «Perché non compio il bene che desidero, ma il male che
odio?». È chiaro che, arrivato a questo punto, Wyatt Mason non considera più le
mie frasi come riflessioni o argomentazioni di un uomo responsabile, ma come
sintomi di un preoccupante stato di sconforto per il quale mostra una
compassione sincera. «È impossibile non accorgersi» scrive «che quest’uomo
estremamente cortese, attento al suo interlocutore, che si sforza di esprimersi
con precisione, che mi offre il tè e mi offre se stesso, per quanto gli è possibile,
in realtà soffre terribilmente». Si concludono così la prima parte dell’articolo e
la prima giornata che abbiamo trascorso insieme, perché trattandosi di un
lungo ritratto, otto pagine sul «New York Times Magazine», io e Wyatt Mason,
che era venuto a Parigi apposta, avevamo deciso che avremmo trascorso
insieme due giorni. Che fare nel secondo? Esaurito il fascino del monologo sul
divano simile a un cane depresso, l’idea era di uscire dalla forma statica e
convenzionale dell’intervista per passare a qualcosa di un po’ più vivace. Per
esempio, fare insieme una cosa che mi piaceva: la spesa al mercato, un pranzo
in un buon ristorante, una partita di calcio... Quando Wyatt Mason mi ha chiesto
se avevo qualche idea, l’ho portato al Rallye sperando che sarebbe rimasto
soddisfatto da questo cliché: il tipico caffè parigino dove lo scrittore parigino va
tutte le mattine a prendere un doppio espresso e un croissant, a osservare gli
altri clienti, in teoria a scrivere su un taccuino. Magari l’idea non era male, ma
ho voluto strafare. Mi sono lasciato prendere la mano dal ruolo dell’habitué e ho
rivolto alla cameriera cinese frasi di una giovialità stridente, che lei ha accolto
come se fossi impazzito. Wyatt Mason ha bevuto il suo caffè, pensieroso, poi mi
ha chiesto se mi piaceva Rembrandt. Penso che pochi rispondano di no a una
domanda del genere e difatti sì, Rembrandt mi piace. Come potrebbe non
essere, anzi, il mio pittore preferito uno che ha passato tutta la vita a scrutare
con ansia la propria faccia? Allora Wyatt Mason ha suggerito di andare a vedere
la mostra di Rembrandt che era stata appena inaugurata al museo Jacquemart-
André. Ho accettato, era sempre meglio di un ristorante da gran gourmet dove
non avrei potuto mandar giù non dico un antipasto ma nemmeno uno
«stuzzichino», come li chiamano, e non so perché ho proposto di andarci con il
mio scooter, invece di prendere il taxi. Più che la mostra di Rembrandt, su cui
non c’è molto da dire, il tragitto in scooter è il clou dell’articolo di Wyatt Mason.
Non è il primo, lo fanno già in molti tra parenti e amici, a descrivere la mia
guida sulle due ruote come prudente, forse un po’ troppo prudente, così
prudente da risultare pericolosa, con frenate brusche quando non ce n’è alcun
bisogno e curve prese con una lentezza tale che lo scooter minaccia di inclinarsi
su un lato, inclinarsi al punto da cadere sotto il peso della sua inerzia. Così
sballottato, sballonzolato, Wyatt Mason, dietro di me, è sempre più teso.
Nell’articolo rievoca il rumore che fa la parte anteriore del suo casco urtando a
ogni frenata contro la parte posteriore del mio, racconta di aver tentato in tutti
i modi di evitare di urtare con la parte anteriore del suo casco contro la parte
posteriore del mio e alla fine scrive una cosa stupefacente, che ancora più di
tutto il resto mi ispira una grande simpatia per lui: «Sarebbe stato molto più
facile se fossimo stati amici. Non sarei stato costretto a irrigidirmi per
mantenere la distanza tra noi, avrei potuto tenermi a lui, non è certo il
comportamento che ci si aspetta da parte di un giornalista nei confronti della
persona che è venuto a intervistare, ma mi dico che in fondo è proprio quello
che avrei dovuto fare: abbracciare quell’uomo così infelice».

Il bambino murato vivo

L’articolo di Wyatt Mason non si chiude con questo brano, notevole sia dal
punto di vista letterario che da quello umano, ma con le frasi: «Per quanto la
perdita, la violenza e la pazzia siano per Emmanuel Carrère quasi
un’ossessione, i suoi libri si avviano sempre verso una conclusione in cui appare
all’orizzonte uno spazio di gioia. La loro forza è che sono scritti da uno che
conosce bene il prezzo di quella gioia». Rileggo queste righe oggi, mentre mi
avvio verso la conclusione del libro che sto scrivendo, e provo a far apparire
all’orizzonte uno spazio di gioia. Ci provo, avanzo a tentoni, non so ancora che
cosa troverò ma credo sia possibile. La gioia, o quanto meno la possibilità della
gioia, è tornata nella mia vita. L’amore, o quanto meno la possibilità dell’amore,
è tornato nella mia vita. Se me lo avessero predetto tre anni e mezzo fa, quando
abitavo in rue du Faubourg-Poissonnière, non ci avrei creduto e avrei trovato
questa predizione addirittura offensiva tanto era fuori luogo. Ero sicuro che la
tristezza sarebbe durata per sempre e che qualora mi fosse capitato di scrivere
ancora qualcosa, eventualità a cui credevo sempre meno, lo avrei fatto per dire
che la tristezza sarebbe durata per sempre, che ci sarei rimasto murato vivo in
eterno. Circa vent’anni fa mi sono imbattuto in un articolo di cronaca
pubblicato su «Libération» che mi ha segnato per tutta la vita: i genitori di un
bambino di quattro anni portano il figlio in ospedale per un’operazione di
routine. Deve uscire il giorno dopo. Ma l’anestesista commette un errore, e il
bambino, nonostante settimane di cure disperate, resta sordo, muto, cieco e
paralizzato. Irreversibilmente, definitivamente. Quando l’ho letto sono rimasto
annichilito dal terrore. Niente mi ha mai fatto così male. Non riuscivo più a
pensare ad altro, non riuscivo più a pensare ad altro che al risveglio di quel
bambino. All’istante in cui ha ripreso conoscenza, al buio. All’inizio è spaventato
ma in cuor suo è ancora convinto che lo spavento passerà presto. I suoi genitori
non devono essere lontani. Accenderanno la luce, gli parleranno. E invece non
succede niente. Non una luce. Non un rumore. Cerca di muoversi, ma non ci
riesce. Di gridare ma non sente neppure la sua voce. Forse si accorge che lo
toccano, che gli aprono la bocca per farlo mangiare. Forse lo nutrono con le
flebo, l’articolo non lo dice. I genitori, il personale dell’ospedale sono accanto al
letto, stravolti dall’orrore, ma lui non lo sa. Impossibile comunicare con lui,
impossibile raggiungerlo. Non è in coma. Sanno che è cosciente, che dietro quel
faccino cereo, contratto, dietro quelle pupille che non vedono c’è un bambino
murato vivo che sta urlando di terrore in silenzio. Nessuno può spiegargli la
situazione, e chi ne avrebbe il coraggio? Nessuno può immaginare cosa succede
nella sua testa, come si racconta quello che gli sta accadendo. Non ci sono
parole per una cosa del genere. Io non ho parole. Io, di solito così facondo, non
trovo il modo di esprimere ciò che questa storia smuove dentro di me. Ma
smuove qualcosa che ho nel profondo, qualcosa che è la sostanza della mia
stessa storia e che mi spinge a credere che la realtà della realtà, la sostanza
delle cose, l’ultima parola non sia lo spazio di gioia inalienabile verso cui a detta
di Wyatt Mason si avviano tutti i miei libri, ma l’orrore assoluto, la paura
inenarrabile di un bambino di quattro anni che si risveglia nel buio eterno.

(tratto da Yoga, di Emmanuel Carrère. 2021 Adelphi, trad. di Lorenza Di Lella, Francesca Scala)

lunedì 29 marzo 2021

I fiumi d'Amour di Amélie Nothomb nella Siberia di Manu Chao

Primo fax
aereo, 10/1/1997

Cara Ethel,
in questo momento stiamo sorvolando la Germania; poi sarà la Polonia, la Russia, la Siberia, il Mar del Giappone e finalmente Tokyo. È la prima volta che un viaggio mi fa tanto effetto: la lista di luoghi che ti ho appena elencato mi sconvolge quanto altrettanti miti. Se mi apprestassi ad attraversarli su una slitta trainata da una muta di cani, non sarei più emozionato. Di solito, i viaggi in aereo sono per me formalità noiose e astratte: oggi, sento anima e corpo la realtà di questo volo, e ciò mi dà le vertigini. Deve essere l’idea della tua sofferenza a sprofondarmi in questo stato di iperestesia. Per solidarietà con il tuo spirito, il mio ha perduto le sue difese immunitarie. Mi hai detto che sono tuo fratello: non sai fino a che punto sia vero. Non faccio che pensarti. Avrei voluto non partire e restarti vicino; hai deciso diversamente. Così lancio le mie parole al tuo inseguimento. Per quanto riguarda me, è di un’efficacia spaventosa: basta che ti scriva per sentire la tua presenza. La mia stilografica ti evoca ed eccoti qui. Mi chiedo come facciano i prestigiatori a stupire la gente: cosa sono i loro giochi di prestigio a confronto dell’irrefutabile magia della scrittura?

E per te? Funziona? Lo senti che sei con me? Se ancora non è così, lo sarà tra una dozzina di ore, ammesso che l’aereo non vada a schiantarsi da qualche parte. La hostess ha distribuito i vassoi del pranzo: nel menu, tanto per fare una cosa nuova, c’era cartone in salsa di cartone.

Non l’ho toccato. Intorno a me, le persone divorano ingordamente quella roba. Hanno l’aria di trovarla uno schifo. Lo credo bene, lo è. Ma allora perché mangiano quella schifezza? Non capisco come ragioni questo genere di individui, e penso che tu e io non ne facciamo parte. Noi siamo della razza di coloro che vogliono il meglio e rifiutano il resto: abbiamo probabilmente poche possibilità di ottenere ciò che desideriamo.Ma questo nulla cambia al nostro desiderio. Aspiriamo al sublime e tanto peggio per quelli che ci trovano idioti.

Tu aspiri al sublime attraverso il tuo amore, e Xavier trova che sia una stupidaggine: lo vedi quale abisso ti separa da lui? È fiero di avere i piedi nel fango; lui è della razza di quelli che mangiano il pranzo precotto per la semplice ragione che è commestibile, che è solido, che ne hanno diritto e che bisognerebbe essere fessi per non prendere ciò cui si ha diritto. Capisci dove voglio arrivare? È per questo che Xavier ti ha presa: perché eri commestibile, perché ti offrivi, perché tanto gli bastava per credersi degno di te, perché bisognerebbe essere fessi per non prendere ciò che si offre. Non ti paragono neppure un istante a questo cibo insipido, è lui che associo a quei divoratori ripugnanti. So di ferirti. Non è questo il mio intento; per parlare come il bruto che non sono, ti faccio del male, ma è per il tuo bene. Mi angoscio all’idea che tu possa cambiare parere. Sei dolce e incline alla compassione, basterebbe che Xavier ti lanciasse un’occhiata languida e tu lo perdoneresti. 
Mi rendo conto di non sapere neanche fin dove si sia spinto, la sera della prima; ignoro quali cattiverie abbia potuto dire dopo che mi avete mollato. Forse dopo non ti ha detto niente di peggio, cosa che non cambia nulla alla situazione. Eppure, il peggio deve essere arrivato. La prova è che tu, così poco avara di confidenze negli ultimi tempi, non mi hai raccontato niente. Penserai: “È questo, il suo fax di consolazione? Ma è sadismo puro!”
Ethel, preferirei mille volte dirti cose gentili. Sento però che hai soprattutto bisogno di essere scossa. Il colmo sarebbe che tu soffrissi senza arrivare a nulla. Se non rompi, allora il tuo dolore sarà stato sterile. In questo momento, sei l’eroinomane che ha deciso di smettere di bucarsi. I primi giorni sono atroci, soffri come una disperata. Se tieni duro ne uscirai, se non liberata, almeno fortificata contro la droga. Se molli, avrai vissuto l’inferno per niente. La mia metafora non è gratuita; quel tipo è uno stupefacente. La prima volta ti ha procurato un piacere folgorante che in seguito ha continuato a diminuire, fino a scomparire. Credi di amarlo e invece provi per lui solo una dipendenza. È un sentimento miserabile, a immagine di colui che lo ispira. Sì, lo so, ti ho parlato bene di lui negli ultimi giorni: mi sbagliavo. Sai meglio di me quanto è seduttore. Pure io mi sono lasciato prendere dal suo gioco, anche perché con me si era lanciato in una vera e propria campagna di conquista. Ero lusingato.
Alla prima, ci ha mostrato il suo vero volto. Hai notato quanto la sua qualità più incontestabile si fosse offuscata? Non era più neanche bello, ma solo comune e volgare. Un grugno da piccolo borghese scontento perché il programma della televisione non gli piaceva. Mi sono interrotto un lungo istante per guardare fuori dall’oblò: non c’era niente da vedere e questo era interessante. Nulla di cui meravigliarsi, sorvoliamo la Polonia. Alfred Jarry scrisse questa didascalia per Ubu: “La storia si svolge in Polonia, cioè in nessun luogo.” Come mi piacerebbe vivere in Polonia! In aereo stanno proiettando un film americano. Non so cosa sia (non voglio saperlo), vedo soltanto che l’attrice principale, insulsa come un piatto di pasta scotta, indossa un vestito di kleenex. Non mento: è un tessuto che ha la consistenza e il colore rosato del kleenex. Viene voglia di soffiarcisi il naso dentro. Me ne intendo, da quando sono nella moda. Non ha l’aria, però, di essere un film comico. Sembrerebbe una storia d’amore. Anche senza cuffie, è disgustoso. Eppure, intorno a me, la gente si è messa le cuffie e si è tuffata in questo capolavoro cinematografico. Nessuno ha l’aria entusiasta, e lo credo bene. Ciò non toglie che guardino. È la versione spettacolo del pranzo precotto. Sono sicuro che Xavier farebbe come loro. Il tropismo evanescente non era abbastanza bello per lui, ma il piatto di pasta scotta vestito di kleenex se lo sarebbe fatto fuori tutto. Ora ti lascio riprendere fiato. Mi sono portato dietro la Critica della ragion pura. Capirai bene che ardo dalla voglia di rileggerlo. Sinceramente tuo,
Epiphane

(Non mi ero portato la Critica della ragion pura. Avevo bisogno di rileggermi e di riflettere. Il nulla, dal finestrino, era invitante. Mi sentivo il contrario del paesaggio: denso come un uovo. Squisita pienezza dello strazio amoroso, che prendevo per sofferenza, quando avrei dovuto godere della tensione che mi animava.
In verità, non fui capace di alcuna riflessione: ci vuole un minimo di vuoto in sé per riuscire a traslocare le idee e a trovar loro un buon posto. Ero troppo pieno.
Ignoro quante ore sono rimasto sprofondato in questo pantano interiore. La scrittura dunque non serviva solo a mettermi in presenza di Ethel, ma anche a mettermi in presenza di me stesso.)


Scrissi un altro fax.
aereo, 10/1/1997


Cara Ethel,
ho finito la Critica della ragion pura. Un buon libro, te lo consiglio. Non ti stupire della mia strana calligrafia, non guardo quello che scrivo: ho gli occhi incollati all’oblò. Sorvoliamo la Siberia da più di un’ora e non sono riuscito a vedere nulla. Intendiamoci bene, non ha niente a che fare con il nulla polacco. Qui non è il nulla: c’è un mondo al di sotto dell’aereo, ma c’è da giurare che l’uomo non ci abbia mai messo piede.
Invano cercheresti qualcosa che somigli a una strada, a una casa o anche a un sentiero. Null’altro che colline boscose e innevate, a perdita d’occhio. Però, a sentire SolzŠenicyn e compagni, degli esseri umani ci sono stati. I gulag erano sotto terra? Oppure è la neve che dissimula la traccia dell’uomo. No, è impossibile; ho sorvolato la Polonia e la Russia, anch’esse coperte di neve, e strade e abitazioni si distinguevano ancora meglio. A maggior ragione visto che siamo al 10 gennaio: il candido mantello non è caduto ieri. Qui, invece, ha proprio l’aria di essere vergine. È incredibile. Osservo la posizione dell’apparecchio sullo schermo: l’enorme Siberia è appena all’inizio, ne abbiamo per cinque ore almeno. Ricomincerò a scriverti appena avvisto una parvenza di civiltà.
Un’ora dopo: sempre il nulla. Mi sembra che avrei dovuto se non altro vedere qualche rotaia: dov’è la famosa Transiberiana? In fondo, questa situazione mi incanta; i critici hanno dato del contaballe a Cendrars: per loro La prosa della transiberiana sarebbe un puro fantasma di adolescente, perché la fuga verso est non avrebbe mai avuto luogo. Posso controbattere: è evidente, cari imbecilli occhialuti, che Cendrars non ha mai viaggiato sulla Transiberiana! Lo credo bene, quel treno non esiste. Invece di dare del bugiardo al poeta, non sarebbe meglio ammirarlo per aver scritto uno dei più bei testi del mondo, dedicato a una linea ferroviaria inesistente?
A forza di guardare dall’oblò, finisco per sentirmi Cendrars in fuga dall’Europa con una ragazza in mente: lui con una puttana sifilitica che chiama la piccola Jehanne di Francia, io con te. All’inizio della poesia, si ha l’impressione che lei lo accompagni davvero. A poco a poco, si capisce che lei è un’idea. Anche tu, che non hai niente della puttana sifilitica, mi accompagni con il pensiero – e questa evocazione è così forte che, talvolta, ci sei sul serio.
Un’ora dopo: sempre il nulla. Quante migliaia di chilometri ho sorvolato senza vedere la minima traccia umana? Io che ho l’angoscia della sovrappopolazione planetaria, non posso che rallegrarmi di un tale spettacolo. Il paesaggio è di una monotonia stupefacente; le colline regolarmente spopolate sono la visione più confortante del mondo. C’è di che ritrovare la propria fede nell’Apocalisse: quanto ci ignora la Terra! Come sarà nobile e calma quando noi saremo scomparsi!
Un’ora dopo: sempre il nulla. Vincerò la scommessa. Se i miei ricordi scolastici sono esatti, il fiume Amour dovrebbe scorrere da queste parti. Tutto questo è pieno di senso: l’Amour non ha scelto come letto una regione sovrappopolata come il Bangladesh o il Belgio, ha eletto il territorio meno frequentato. L’Amour non ha scelto come letto una zona calda o temperata, si diletta là dove i ghiacci hanno reso la vita se non impossibile, quanto meno difficile e faticosa. Tra i paesi freddi, ha optato per il meno ospitale, di modo che la sua neve resti vergine. Quando si dice “Siberia” nessuno ha voglia di sorridere, è una parola che evoca prigionia e morte. La gente normale non ha voglia di esplorare la Siberia: bisogna essere matti per voler andare a vedere dove scorre il fiume Amour.

E poi, non è significativo che l’Amour sia un fiume, e non una montagna, una palude, una pianura o un altopiano? Il fiume non è, per eccellenza, ciò che scorre, ciò che non cessa di fluttuare? L’amore non è il sentimento più eracliteo che esista? Non ci si bagna mai due volte nello stesso amore. Il fiume è ciò che collega la terra al mare, lo stabile all’instabile, il noto all’ignoto. Il fiume è ciò che raccoglie i ruscelli dei dintorni, così come l’amore collega tra loro le inclinazioni di portata inferiore per formare un fiotto torrenziale. Il fiume è ciò che di volta in volta è calmo e navigabile e poi precipita nella cascata, o meglio, nella caduta.

L’analogia più sorprendente è che il fiume è inesauribile. In periodi di siccità, si impoverisce e dà quasi l’impressione di essere scomparso: c’è sempre, però. Comprendo gli antichi che avevano deificato i fiumi, da bambino restavo incantato di fronte alla loro facoltà di ricrearsi all’infinito. Mi chiedevo da dove venisse tutta quell’acqua e dove avesse l’intenzione di andare: il mare non avrebbe finito per traboccare? Sono rimasto molto male quando ho saputo della condensazione, della falda freatica e delle altre spiegazioni di quel mistero. C’è anche gente che ti spiega l’amore a botte di ormoni e di istinto di riproduzione.

Dovrei smetterla di parlarti d’amore: nel tuo stato, forse non è la cosa migliore.
D’altronde, che te ne frega se la Siberia esiste?

Un’ora dopo: Thalassa! Thalassa! Vedo il mare del Giappone. Ma quel che mi sembra cento volte più straordinario è che ho visto una strada: una stupidissima strada dritta che porta a una specie di hangar vicino alla costa. È la prima traccia umana che vedo da migliaia e migliaia di chilometri. Non hai idea dell’effetto che fa.
Quaranta minuti dopo: terra! Ecco l’Impero del Sol Levante. Se è la prima volta in vita mia che ho l’impressione di viaggiare, è probabilmente a causa del prestigio della mia destinazione: nel mio immaginario, non c’è nulla di più lontano, di più “fuori dal mondo”, come direbbe Baudelaire, del Giappone. È irrazionale, lo so. Devo essere vittima di innumerevoli luoghi comuni, se ho di questo paese una tale mitologia. Non ho
d’altronde alcun desiderio di riprenderli in esame, ho al contrario l’intenzione di confermarli attraverso l’osservazione, a rischio di falsarla.
Oggi, tutti vogliono distruggere i miti: lo trovo volgare e stupido. È tanto più facile distruggere una leggenda che costruirne una – e quando uno l’ha distrutta, mi chiedo che cosa ci ha guadagnato. Io invece lo so che cosa si perde. È sempre il mio lato alla Eugénie Grandet.
Come a darmi ragione, ecco sorgere all’oblò il monte Fuji. Che visione! Cade a strapiombo sulle nuvole, è bianco e perfetto: corrisponde punto per punto all’idea che me ne ero fatto. Evviva i luoghi comuni!

                                                                         🔵🔵🔵

SCHEDA LIBRO
Epiphane Otos è di una bruttezza straziante e associa alla sua deformità una totale assenza di principi morali. Solo una cosa fatalmente lo attrae: l’angelica bellezza femminile. L’incontro con l’affascinante Ethel sembra far breccia nell’animo di Epiphane. Ma quando la ragazza s’innamora di un artista sciocco e privo di scrupoli, il dramma di questo moderno Quasimodo esplode in tutta la sua violenza.Umorismo spietato e finale inatteso per una moderna favola sull’amore impossibile che ci racconta anche di una società attenta solo alle apparenze.

prima edizione: aprile 1999
terza edizione: marzo 2008

AUTORE
Amélie Nothomb
Nata a Kobe, Giappone, nel 1967 da genitori diplomatici, oggi vive tra Bruxelles e Parigi.
Scrittrice di culto non solo in Francia – dove ha esordito nel 1992 con Igiene dell’assassino, il romanzo che l’ha subito imposta – pubblica un libro l’anno, scalando a ogni uscita le classifiche di vendita.
Innumerevoli gli adattamenti cinematografici e teatrali ispirati ai suoi romanzi e i premi letterari vinti, tra cui il Grand Prix du roman de l’Académie Française e il Prix Internet du Livre per Stupore e tremori, il Prix de Flore per Né di Eva né di Adamo, e due volte il Prix du Jury Jean Giono per Le Catilinarie e Causa di forza maggiore.
Sete, uscito in Francia nel 2019, è arrivato secondo al Prix Goncourt dello stesso anno.
Tutti i suoi libri sono pubblicati in Italia da Voland.

                                                                               🔵🔵🔵
Manu Chao,
Sibérie M’Etait Contée


Sibérie m'était contéee è il quarto album di Manu Chao uscito nel 2004.


Sibérie dans le train
Sibérie le matin
Sibérie je m'ennui
Sibérie dans ma vie
Sibérie tous les jours
Sibérie dans la cour
J'ai tant rêvé du fleuve amour
J'ai tant rêvé du fleuve amour
J'ai tant pêché à boire ton eau
Sur la place rouge de nos deux coeurs
J'ai tant rêvé du fleuve Amour
Sur la place rouge de nos deux coeurs
Sibérie dans le train
Sibérie le matin
Sibérie je m'ennui
Sibérie dans ma vie
Sibérie tous les jours
Sibérie dans la cour
J'ai tant rêvé du fleuve Amour
J'ai tant rêvé du fleuve Amour
Sur la place rouge de nos deux coeurs
Sur la place rouge de nos deux coeurs
J'ai tant rêvé du fleuve Amour
J'ai tant rêvé du fleuve Amour


giovedì 16 gennaio 2020

Eyeglass prescription - Best Film 2019



1. Vox Lux (2018)
114 min | Drama, Music
L’ascesa della quattordicenne Celeste dalle ceneri di un’immensa tragedia nazionale a superstar pop. Una parabola umana e artistica di diciotto anni, dal 1999 al 2017, attraversando alcuni importanti momenti culturali, storici e politici degli Stati Uniti.
Regista: Brady Corbet | Cast: Natalie Portman, Jude Law, Stacy Martin, Jennifer Ehle
 
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2. A Hidden Life (2019)
174 min | Biography, Drama, Romance
Durante la seconda guerra mondiale, l'austriaco Franz Jägerstätter, un obiettore di coscienza, si rifiuta ostinatamente di combattere per i nazisti.
Regista: Terrence Malick | Cast: August Diehl, Valerie Pachner, Maria Simon, Karin Neuhäuser
 
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3. Once Upon a Time... in Hollywood (2019)
161 min | Comedy, Drama
Un attore televisivo in declino e la sua controfigura si sforzano di raggiungere fama e successo nell'industria cinematografica durante gli ultimi anni dell'età d'oro di Hollywood.
Regista: Quentin Tarantino | Cast: Leonardo DiCaprio, Brad Pitt, Margot Robbie, Emile Hirsch

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4. Uncut Gems (2019)
135 min | Crime, Drama, Thriller
Un gioielliere di New York, ossessionato dalle scommesse e ricoperto di debiti, rischia tutto nella speranza di rimettere le cose a posto.
Regista: Benny Safdie, Josh Safdie | Cast: Adam Sandler, Julia Fox, Idina Menzel, Mesfin Lamengo
 
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5. Dolor y Gloria (2019)
113 min | Drama
Un regista in declino, con malattie croniche e il blocco dello scrittore, ripercorre le tappe della sua vita.
Regista: Pedro Almodóvar | Cast: Antonio Banderas, Asier Etxeandia, Leonardo Sbaraglia, Nora Navas

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6. The Irishman (2019)
209 min | Biography, Crime, Drama
Un vecchio sicario ricorda la sua vita e gli eventi che segnarono l'amicizia con il famoso sindacalista Jimmy Hoffa.
Regista: Martin Scorsese | Cast: Robert De Niro, Al Pacino, Joe Pesci, Harvey Keitel

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7. Parasite (2019)
132 min | Comedy, Drama, Thriller
Una famiglia povera ma creativa, i Kim, elabora un piano per essere assunta da una famiglia ricca, i Park. Tutto si complica quando la strategia sta per essere scoperta..
Regista: Bong Joon Ho | Cast: Kang-ho Song, Sun-kyun Lee, Yeo-jeong Jo, Woo-sik Choi

8. L'Ultima Ora (L'heure de la sortie) (2018)
104 min | Drama, Mystery, Thriller
Un insegnante supplente arriva in una classe di studenti d'élite dopo che il loro professore di ruolo viene a mancare. Noterà presto il comportamento misterioso e violento di un gruppo particolarmente unito di sei ragazzi.
Regista: Sébastien Marnier | Cast: Laurent Lafitte, Emmanuelle Bercot, Luàna Bajrami, Victor Bonnel

9. L'Isola dei Fischi (La Gomera) (2019)

|97 min | Comedy, Crime
Cristi, un poliziotto doppiogiochista, è catapultato nel sofisticato meccanismo di una rapina in compagnia della bellissima Gilda. Dovranno affrontare i rischi della corruzione, del tradimento e dell'inganno.
Regista: Corneliu Porumboiu | Cast: Vlad Ivanov, Catrinel Marlon, Rodica Lazar, Agustí Villaronga

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10. L'ufficiale e la spia (J'accuse) (2019)
132 min | Drama, History, Thriller
Nel 1894, il capitano francese Alfred Dreyfus viene ingiustamente condannato per tradimento e condannato all'ergastolo sull'isola del diavolo.
Regista: Roman Polanski | Cast: Jean Dujardin, Louis Garrel, Emmanuelle Seigner, Grégory Gadebois

11. The Souvenir (2019)
120 min | Drama, Mystery, Romance
Nei primi anni '80, una giovane studentessa di cinema si innamora romanticamente di un uomo complicato e inaffidabile.
Regista: Joanna Hogg | Cast: Neil Young, Tosin Cole, Jack McMullen, Frankie Wilson

12. Ema (2019)
107 min | Drama, Musical
Ema è una giovane ballerina sposata con il coreografo della sua compagnia, il più maturo Gastòn che però è sterile. Assieme hanno deciso di adottare un bambino di 6 anni.
Regista: Pablo Larraín | Cast: Mariana Di Girolamo, Gael García Bernal, Santiago Cabrera, Paola Giannini
 
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13. Bacurau (2019)
131 min | Action, Adventure, Mystery
Dopo la morte di sua nonna, in un Brasile del futuro prossimo, Teresa torna a casa nel suo villaggio matriarcale per ritrovarsi ad affrontare, insieme ai residenti, una sinistra minaccia.
Registas: Juliano Dornelles, Kleber Mendonça Filho | Cast: Bárbara Colen, Thomas Aquino, Silvero Pereira, Thardelly Lima

14. La Vita Invisibile di Euridice Gusmao (A Vida Invisível) (2019)
139 min | Drama
Separate da una terribile menzogna e da una società conservatrice, due sorelle di Rio de Janeiro vivono la propria vita credendo che l'altra, a mezzo mondo di distanza, sia riuscita a esaudire i propri sogni.
Regista: Karim Aïnouz | Cast: Julia Stockler, Carol Duarte, Flávia Gusmão, António Fonseca

15. Monos (2019)
102 min | Adventure, Drama, Thriller
Su una montagna remota e sperduta del Sudamerica, otto bambini armati e una mucca da latte sorvegliano un ostaggio.
Regista: Alejandro Landes | Cast: Sofia Buenaventura, Julián Giraldo, Karen Quintero, Laura Castrillón

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16. It Must Be Heaven (2019)
102 min | Comedy
Il regista Elia Suleiman viaggia in diverse città e trova inaspettati parallelismi con la sua terra natale, la Palestina.
Regista: Elia Suleiman | Cast: Elia Suleiman, Tarik Kopty, Kareem Ghneim, George Khleifi 

17. Le Livre d'Image (2018)
84 min | Drama
Una storia/non-storia in cinque capitoli come le cinque dita di una mano.
Regista: Jean-Luc Godard | Cast: Jean-Luc Godard, Dimitri Basil, Jean-Pierre Gos, Anne-Marie Miéville

18. Midsommar (2019)
148 min | Drama, Horror, Mystery
Una coppia in crisi si reca in Svezia, in una città rurale, per partecipare a un evento di mezza estate. Ciò che inizia come un ritiro idilliaco si trasforma rapidamente in una sorta di incubo.
Regista: Ari Aster | Cast: Florence Pugh, Jack Reynor, Vilhelm Blomgren, William Jackson Harper

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19. Ad Astra (2019)
123 min | Adventure, Drama, Mystery
L'astronauta Roy McBride intraprende una pericolosa missione attraverso il sistema solare per ritrovare suo padre scomparso e fermarne la spedizione iniziata trent'anni prima.
Regista: James Gray | Cast: Brad Pitt, Tommy Lee Jones, Ruth Negga, Donald Sutherland

20. Martin Eden (2019)
129 min | Drama, Romance
Martin Eden lotta per elevarsi al di sopra dei suoi natali proletari attraverso un'intensa e appassionata ricerca di autoeducazione, sperando di raggiungere un posto nell'élite letteraria.
Regista: Pietro Marcello | Cast: Luca Marinelli, Jessica Cressy, Vincenzo Nemolato, Marco Leonardi

21. Marriage Story (2019)
137 min | Comedy, Drama, Romance
Lo sguardo incisivo e compassionevole di Noah Baumbach su un matrimonio e una famiglia in crisi.
Regista: Noah Baumbach | Cast: Adam Driver, Scarlett Johansson, Alan Alda, Azhy Robertson

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22. Beanpole (Dylda) (2019)
130 min | Drama, War
1945, Leningrado. Due donne cercano speranza ricostruendo la propria vita tra le rovine.
Regista: Kantemir Balagov | Cast: Viktoria Miroshnichenko, Vasilisa Perelygina, Andrey Bykov, Igor Shirokov

23. Il Traditore (2019)

145 min | Biography, Crime, Drama
La vita di Tommaso Buscetta, primo pentito di mafia nell'Italia degli anni 80.
Regista: Marco Bellocchio | Cast: Pierfrancesco Favino, Luigi Lo Cascio, Fausto Russo Alesi, Maria Fernanda Cândido

24. The Wild Pear Tree (Ahlat Agaci) (2018)
188 min | Drama
Un aspirante scrittore ritorna nel suo piccolo paese dopo la laurea e affronta i problemi del padre.
Regista: Nuri Bilge Ceylan | Cast: Dogu Demirkol, Murat Cemcir, Bennu Yildirimlar, Hazar Ergüçlü

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25. Ritratto della Ragazza in Fiamme (Portrait de la jeune fille en feu) (2019)
122 min | Drama, Romance
Francia, 1770. Marianne, una pittrice, riceve l'incarico di realizzare il ritratto di nozze di Héloise, una giovane donna appena uscita dal convento. Lei però non vuole sposarsi e quindi rifiuta anche il ritratto.
Regista: Céline Sciamma | Cast: Noémie Merlant, Adèle Haenel, Luàna Bajrami, Valeria Golino

26. Chained for Life (2018)
91 min | Drama
Mabel, una giovane e bella attrice, e Rosenthal, un ragazzo gentile con una grave deformità facciale, si trovano a recitare insieme sul set del debutto in lingua inglese di un autore europeo.
Regista: Aaron Schimberg | Cast: Jess Weixler, Adam Pearson, Stephen Plunkett, Charlie Korsmo

27. Jojo Rabbit (2019)

108 min |
Comedy, Drama, War 
Jojo, dieci anni, e il suo amico immaginario Adolf Hitler scoprono che sua madre sta nascondendo una ragazza ebrea in casa.
Regista: Taika Waititi | Cast: Roman Griffin Davis, Thomasin McKenzie, Scarlett Johansson, Taika Waititi

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martedì 31 dicembre 2019

La festa, di Michel Houellebecq


La festa
Michel Houellebecq

Lo scopo della festa è di farci dimenticare che siamo solitari, miserabili e destinati a morire. In altre parole, di trasformarci in animali. Per cui il primitivo ha un senso della festa molto sviluppato. Una bella fiammata di piante allucinogene, tre tamburelli ed ecco fatto: un niente lo diverte.
Invece, l’occidentale medio arriva a un’estasi insufficiente solo alla fine di raves interminabili da cui esce sordo e drogato: non ha affatto il senso della festa. Profondamente consapevole di se stesso, radicalmente estraneo agli altri, terrorizzato dall’idea della morte, è del tutto incapace di accedere a una qualsiasi fusione. Tuttavia, si ostina. La perdita della sua condizione animale lo rattrista, ne concepisce vergogna e stizza; gli piacerebbe essere un festaiolo, o per lo meno passare per tale. È in una brutta situazione.

CHE CI FACCIO CON QUESTI STRONZI?
“Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro.” (Matteo 18:20)
Sta proprio qui tutto il problema: riuniti in nome di che cosa? In fondo, che cosa potrebbe giustificare l’essere riuniti?

RIUNITI PER DIVERTIRSI
È la peggiore delle ipotesi. In questo genere di circostanze (locali notturni, balli popolari, festini) che non hanno visibilmente nulla di divertente, un’unica soluzione: rimorchiare. Si esce allora dal registro della festa per entrare in quello di una feroce competizione narcisistica, con o senza opzione penetrazione (si ritiene classicamente che l’uomo abbia bisogno della penetrazione per ottenere la gratificazione narcisistica desiderata; prova allora qualcosa di analogo allo schiocco della partita gratuita nei vecchi flipper. La donna, il più delle volte, si accontenta della certezza che si desideri penetrarla). Se questo genere di giochi vi disgusta o se non vi sentite in grado di fare bella figura, un’unica soluzione: andarsene al più presto.

RIUNITI PER LOTTARE (MANIFESTAZIONI STUDENTESCHE, RADUNI ECOLOGISTI, TALK-SHOW SULLE PERIFERIE)
L’idea, a priori, è ingegnosa: infatti, l’allegro collante di una causa comune può provocare un effetto di gruppo, un sentimento di appartenenza, addirittura un’autentica ebbrezza collettiva. Purtroppo, la psicologia delle masse segue leggi invariabili: si arriva sempre a un dominio degli elementi più stupidi e più aggressivi. Ci si ritrova dunque in mezzo a una banda di fracassoni sguaiati, persino pericolosi. La scelta è dunque la stessa che si presenta nel locale notturno: andarsene prima che ci scappi lo scontro, o rimorchiare (in un contesto qui più favorevole: la presenza di convinzioni comuni, i sentimenti diversi provocati dallo svolgimento della protesta hanno potuto scalfire leggermente la corazza narcisistica).

RIUNITI PER SCOPARE (LOCALI PER AMMUCCHIATE, ORGE PRIVATE, CERTI GRUPPI NEW AGE)
Una delle formule più semplici e più antiche: riunire l’umanità su ciò che essa ha, in effetti, di più comune. Atti sessuali hanno luogo, anche se il piacere talvolta latita. È già qualcosa, ma è quasi tutto.

RIUNITI PER CELEBRARE (MESSE, PELLEGRINAGGI)
La religione propone una formula del tutto originale: negare audacemente la separazione e la morte affermando che, contrariamente alle apparenze, siamo immersi nell’amore divino mentre ci dirigiamo verso un’eternità beata. Una cerimonia religiosa, i cui partecipanti avessero la fede, offrirebbe dunque l’unico esempio di festa riuscita. Durante la cerimonia, alcuni partecipanti agnostici possono persino sentirsi pervasi da un sentimento di fede; ma rischiano poi una discesa penosa (un po’come per il sesso, ma peggiore). Una soluzione: essere toccati dalla grazia.
Il pellegrinaggio, combinando i vantaggi della manifestazione studentesca e quelli del viaggio
Nouvelles Frontières, il tutto in un’atmosfera di spiritualità aggravata dalla stanchezza, offre inoltre condizioni ideali per rimorchiare, che diventa quasi involontario, addirittura sincero. Ipotesi estrema alla fine del pellegrinaggio: matrimonio + conversione. Al contrario, la discesa può essere terribile.
Prevedere di far seguire subito un soggiorno UCPA con attività sportive sulla neve e sul ghiaccio, che si farà sempre in tempo ad annullare (informatevi prima sulle condizioni di annullamento).

LA FESTA SENZA LACRIME
Riassumendo, basta aver previsto di divertirsi per essere certi di rompersi le palle. L’ideale sarebbe dunque di rinunciare totalmente alle feste. Purtroppo, il festaiolo è un personaggio così rispettato che tale rinuncia comporta un forte degrado dell’immagine sociale. I pochi consigli seguenti dovrebbero permettere di evitare il peggio (restare soli fino alla fine, in uno stato di noia tendente alla disperazione, con l’impressione sbagliata che gli altri si divertano).
– Prendere bene coscienza in anticipo che la festa sarà inevitabilmente un disastro. Visualizzare esempi di fiaschi precedenti. Non si tratta per questo di adottare un atteggiamento cinico e disincantato. Anzi, l’accettazione umile e sorridente del disastro comune consente di arrivare a trasformare una festa fallita in un momento di gradevole banalità.
– Prevedere sempre che si rincaserà da soli e in taxi.
– Prima della festa: bere. L’alcol in dosi moderate produce un effetto socializzante ed euforizzante che resta senza reale concorrenza.
– Durante la festa: bere, ma diminuire le dosi (il cocktail alcol + erotismo diffuso conduce
rapidamente alla violenza, al suicidio e all’omicidio).
È più ingegnoso prendere mezza pastiglia di Lexomil al momento opportuno. Dato che l’alcol
moltiplica l’effetto dei tranquillanti, si osserverà un assopimento rapido: è il momento di chiamare un taxi. Una bella festa è una festa corta.
– Dopo la festa: telefonare per ringraziare.
Aspettare tranquillamente la festa seguente (rispettare un intervallo di un mese, che potrà scendere a una settimana in periodo di vacanze).
Infine, una prospettiva consolante: con l’età, l’obbligo delle feste diminuisce, la tendenza alla
solitudine aumenta; la vita reale riprende il sopravvento.

(estratto da Cahier, ed. La Nave di Teseo, 2019)

lunedì 9 dicembre 2019

My 21 Grammy: Le migliori serie TV viste nell'ultimo triennio (2017-2019)



1. Halt and Catch Fire (2014–2017)
Dramma
Ambientata dai primi anni '80, la serie racconta il boom della diffusione dei personal computer attraverso gli occhi di un imprenditore visionario, un brillante ingegnere e un prodigio della programmazione che affrontano le grandi corporazioni dell'epoca con la loro inventiva e immaginazione. Ma la loro partnership personale e professionale sarà messa a dura prova.
Con: Lee Pace, Scoot McNairy, Mackenzie Davis, Kerry Bishé



2. Succession (2018–)
Dramma
Le vicende della famiglia Roy: Logan e i suoi quattro figli controllano uno dei più imponenti conglomerati di mass media e di intrattenimento nel mondo. Quando Logan comincia a tirarsi indietro dalla direzione della compagnia a causa dell'età che avanza, vediamo cosa accade nelle vite e nel futuro dei suoi eredi.
Con: Hiam Abbass, Nicholas Braun, Brian Cox, Kieran Culkin, Jeremy Strong



3. Mindhunter (2017–)
Crime, Drammatico, Thriller
Ambientato alla fine degli anni '70, due agenti dell'FBI hanno il compito di intervistare serial killer per costruire una metodologia e risolvere casi aperti. Regia di David Fincher.
Con: Jonathan Groff, Holt McCallany, Anna Torv, Hannah Gross


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4. Kidding (2018–)
Commedia, Drammatico
Jeff, una famosa icona televisiva per bambini, fatica a mantenere il suo equilibrio mentre la sua famiglia cade a pezzi. Regia di Michel Gondry.
Con: Jim Carrey, Frank Langella, Judy Greer, Cole Allen

5. Mr Inbetween (2018–)
Crime, Drammatico
Ray Shoesmith, un padre, ex marito, fidanzato e migliore amico: ruoli difficili da destreggiarsi nell'era moderna. Ancora più difficili quando sei un killer a pagamento.
Con: Scott Ryan, Chika Yasumura, Damon Herriman, Justin Rosniak

6. Chernobyl (2019)
Dramma, Storia, Thriller
Nell'aprile del 1986, un'esplosione nella centrale nucleare di Chernobyl, diventa una delle peggiori catastrofi provocate dall'uomo.
Con: Jessie Buckley, Jared Harris, Stellan Skarsgård, Adam Nagaitis



7. Better Call Saul (2015–)
Crimine, Drammatico
I processi e le tribolazioni dell'avvocato Jimmy McGill prima di fondare il suo studio legale ad Albuquerque, nel New Mexico.
Con: Bob Odenkirk, Rhea Seehorn, Jonathan Banks, Patrick Fabian

8. Barry (2018–)
Azione, Commedia, Crime
Un sicario del Midwest si trasferisce a Los Angeles e incomincia a frequentare i corsi di una scuola teatrale della città.
Con: Bill Hader, Stephen Root, Sarah Goldberg, Anthony Carrigan

9. Taboo (2017–)
Dramma, Mystery, Thriller
L'avventuriero James Keziah Delaney ritorna a Londra durante la guerra del 1812 per ricostruire l'impero navale di suo padre appena defunto. Tuttavia, sia il governo che il suo più grande concorrente vogliono l'eredità ad ogni costo.
Con: Tom Hardy, David Hayman, Jonathan Pryce, Oona Chaplin



10. The Virtues (2019)
Dramma
Joseph cade nella disperazione quando suo figlio di nove anni parte per l'Australia con la sua ex. Lascia tutto e si imbarca su una barca diretta in Irlanda per affrontare i ricordi della sua infanzia. Regia di Shane Meadows.
Con: Stephen Graham, Niamh Algar, Helen Behan, Frank Laverty

11. The Kominsky Method (2018–)
Commedia
Un attore anziano, con un briciolo di fama alle spalle, si guadagna da vivere come insegnante di recitazione. Il suo anziano procuratore è il suo migliore amico.
Con: Michael Douglas, Alan Arkin, Sarah Baker, Nancy Travis

12. Patrick Melrose (2018)
Dramma
Basato sui romanzi di Edward St. Aubyn, racconta la storia di un uomo che supera un'infanzia traumatica e una fase adulta all'insegna dell'abuso di sostanze intraprendendo un percorso personale che lo porta a riabilitarsi e liberarsi del passato.
Con: Benedict Cumberbatch, Jennifer Jason Leigh, Hugo Weaving, Sebastian Maltz



13. Happyish (2015)
Commedia, Drammatico
Uno sguardo ironico sulla ricerca della felicità, motivo spesso causa primaria di infelicità. Thom Payne è un 44enne sconvolto dall'arrivo del suo nuovo boss, un venticinquenne che usa termini come "digital" "social" e "viral." Questa rivoluzione nella sua esistenza rimetterà in gioco tutti i suoi valori spingendolo a riflettere sul significato di felicità.
Contro: Kathryn Hahn, Steve Coogan, Sawyer Shipman, Bradley Whitford

14. The Terror (2018–)
Avventura, Dramma, Storia
La prima stagione, basata sull’omonimo romanzo storico dalle tinte fantasy-horror, parla di una spedizione nell’Artico a metà dell’Ottocento, durante la quale l’equipaggio, guidato dal capitano Francis Crozier, deve fare i conti con minacce geografiche e ultraterrene.
Contro: Jared Harris, Derek Mio, Tobias Menzies, Kiki Sukezane

15. Big Little Lies (2017–)
Crime, Drama, Mystery
Le vite apparentemente perfette di cinque madri di classe molto agiata, con i figli in una prestigiosa scuola elementare, si svelano nella loro ipocrisia quando una madre single si trasferisce nella pittoresca cittadina californiana dove vivono.
Con: Reese Witherspoon, Nicole Kidman, Shailene Woodley, Zoë Kravitz



16. Fosse / Verdon (2019)
Biopic, Dramma, Musical
La grande storia di un matrimonio, sentimentale e creativa, tra il coreografo Bob Fosse e Gwen Verdon, una delle più grandi ballerine di Broadway.
Con: Sam Rockwell, Michelle Williams, Norbert Leo Butz, Aya Cash

17. Waco (2018)
Crime, Drammatico, Storia
Nella primavera del 1993 l'FBI e l'ATF sequestrano un compound occupato dal leader religioso David Koresh vicino a Waco, in Texas.
Con: Michael Shannon, Taylor Kitsch, Andrea Riseborough, Paul Sparks

18. Il Miracolo (2018–)
Dramma, Mystery
Durante un'irruzione della polizia viene ritrovata una statuetta della Madonna che piange lacrime di sangue. Quest'enigma sconvolgerà la vita di tutti quelli che entreranno a contatto con l'insolubile mistero.
Con: Guido Caprino, Elena Lietti, Lorenza Indovina, Sergio Albelli



19. Lodge 49 (2018–)
Commedia, Drammatico
Dud è condotto dal destino alle porte della Loggia 49, un polveroso ordine fraterno che offre birra economica e strane filosofie alchemiche.
Con: Wyatt Russell, Brent Jennings, Sonya Cassidy, Linda Emond

20. The Little Drummer Girl (2018)
Dramma, thriller
Un killer palestinese prende di mira dirigenti israeliani. Un'attrice inglese viene reclutata dagli israeliani per infiltrarsi nella cellula terroristica dell'assassino. Ciò richiederà tutti i suoi talenti recitativi e la metterà a rischio considerevole. Un adattamento dell'omonimo romanzo di John Le Carré, diretto da Park Chan-wook
Con: Daniel Litman, Florence Pugh, Michael Shannon, Alexander Skarsgård

21. Wormwood (2017)
Storia, Biopic
Nel 1953, lo scienziato dell'esercito Frank Olson cade fatalmente dalla finestra di un hotel. Nel 1975, un rapporto della CIA lega la sua morte a un esperimento top-secret.
Con: Peter Sarsgaard, Molly Parker, Christian Camargo, Scott Shepherd


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